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lunedì, febbraio 27, 2006

Aviaria, Altragricoltura: "Lo temevamo"


(Ndr. I pericoli di diffusione dell'aviaria citati nell'articolo non si riferiscono a contagi diffondibili tramite la carne dei volatili ma tra volatili e volatili: a tutt'oggi la scienza ci assicura che l'aviaria non si diffonde mangiando carne cotta.)

"Già da ottobre dello scorso anno era necessario varare un piano di biosicurezza serio anche in Italia". E' il commento di Altragricoltura alla notizia che è stato proprio il virus H5N1 "altamente patogeno" a provocare la morte dei tacchini in un allevamento dell'Ain (dipartimento della Francia centrorientale).

Il virus H5N1, come si temeva - afferma l'organizzazione - è entrato dal portone grande della filiera avicola industriale europea colpendo gli animali più sensibili: i tacchini. Si sapeva fra i professionisti del settore, infatti, che i tacchini sono da sempre il ricettacolo più appetibile per il virus influenzale avicolo, lo era già stato nel 1999 e poi nel 2002 nel Veneto, nel 2003 in Olanda.

Secondo Altragricoltura sin da ottobre era necessario alleggerire il numero di capi negli allevamenti e puntare a una ridistribuzione del carico di animali nel territorio nazionale in modo più gestibile, dal punto di vista della biosicurezza,di quanto la filiera avicola italiana possa attualmente garantire.

In questo momento in cui le lobbyes del settore avicolo nazionale esprimono la massima pressione sul governo, sulle regioni e sui consumatori a difesa del comparto e che sono materialmente riuscite a portare casa dei risultati concreti dire che bisogna ulteriormente elevare i livelli di sicurezza è sicuramente poco simpatico.

La paura di questo virus è giustificata - prosegue la nota - ancor più nella misura in cui travalica le difese delle filiere industriali avicole e viene a contatto con gli animali allevati che per modo, quantità, specie, rappresentano un potenziale non solo di espansione e quindi di sviluppo del virus con danni materiali enormi, ma ancor peggio crea le condizioni ideali per la temutissima sua evoluzione verso un nuovo ceppo capace di contagiare le altre specie animali fra cui potenzialmente anche gli uomini.

Tre punti - secondo l'organizzazione - non possono essere ignorati dai decisori politici nazionali e regionali:

- il virus H5N1, non solo è efficace e quindi molto temibile dal punto di vista patogeno, ma ha la caratteristica di essere persistente nel tempo e quindi una volta raggiunta una zona resta presente per anni. In Europa e in Italia quindi, purtroppo, ne parleremmo ancora per anni.
- è un errore grave sopravvalutare il pericolo pandemico ma è criminale sottovalutarlo non solo dal punto di vista epidemiologico, ma anche delle conseguenze economiche che avrà nel comparto avicolo e della tenuta futura delle attuali filiere.
- è vero che le bugie hanno le gambe corte. Il caso francese ha messo la parola fine alla panzana che sono gli allevamenti rurali o biologici il vero potenziale pericolo di infezione del virus H5N1.
Questa infatti è la pietosa bugia messa in piedi ad arte dai lobbisti industriali avicoli di tutta Europa che a titolo precauzionale avevano fatto rinchiudere gli allevamenti biologici in quasi tutta Europa.

Il bisogno di una programma serio e innovativo - conclude Altagricoltura - per il rilancio di un settore importante come quello avicolo, non potrà certo essere soddisfatto da un governo morente come quello di Berlusconi, ma è sicuramente la prima grossa questione che il nuovo governo sarà chiamato ad affrontare perchè il virusH5N1 ha tutta l'aria di non perdonare gli impreparati.

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