La Carne di Pollo Cotta e' Sicura!
Secondo le due organizzazioni internazionali se il pollame e uova sono cotti ad una temperatura di almeno 70 gradi non c'è rischio di contrarre il virus dell'influenza aviaria. Coldiretti: "Questo appello è una ragione in più per riportare il pollo nelle tavole delle case degli italiani".
Nessun pericolo di influenza aviaria per chi cuoce la carne a 70 gradi, non mangia uova crude e non utilizza contenitori e posate che sono entrati in contatto con la carne cruda. Così l'Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) e la Fao (Food and agricolture organization) rassicurano i consumatori sciogliendo dubbi e paure.
Secondo le due organizzazioni è la macellazione a rappresentare il pericolo maggiore per la trasmissine del virus agli esseri umani. Sebbene gran parte dei ceppi di influenza aviaria si trovano nel tratto gastrointestinale ed in quello respiratorio dei volatili infetti, il ceppo H5N1 si diffonde in quasi tutte le parti del volatile infetto, inclusa la carne.
Per Coldiretti l'appello dell'Oms e della Fao è "una ragione in più per riportare il pollo nelle tavole delle case, nei ristoranti e soprattutto nelle mense pubbliche di scuole, caserme e ospedali da dove era stato inopportunamente tolto a causa di una reazione emotiva ingiustificata e alimentata anche dal rincorrersi di dichiarazioni contraddittorie".
"Si tratta - continua la confederazione - di una rassicurazione importante per fare definitivamente chiarezza su una psicosi di massa che ha coinvolto otto famiglie italiane su dieci che avevano il pollo nei menu, anche per il primato della convenienza economica nell'assicurare un apporto proteico adeguato all'organismo.
L'Italia - proseguono gli agricoltori - è più che autosufficiente nella produzione con un comparto avicolo nel quale operano 6000 allevamenti, 173 macelli, 517 imprese di prima e seconda lavorazione che danno complessivamente lavoro a 180mila addetti per una produzione complessiva di 1,13 milioni di tonnellate di carne ampiamente superiore ai consumi interni e un fatturato complessivo di 3,5 miliardi di euro, circa il 6,5 per cento del valore dell'intera agricoltura italiana".
Nessun pericolo di influenza aviaria per chi cuoce la carne a 70 gradi, non mangia uova crude e non utilizza contenitori e posate che sono entrati in contatto con la carne cruda. Così l'Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) e la Fao (Food and agricolture organization) rassicurano i consumatori sciogliendo dubbi e paure.
Secondo le due organizzazioni è la macellazione a rappresentare il pericolo maggiore per la trasmissine del virus agli esseri umani. Sebbene gran parte dei ceppi di influenza aviaria si trovano nel tratto gastrointestinale ed in quello respiratorio dei volatili infetti, il ceppo H5N1 si diffonde in quasi tutte le parti del volatile infetto, inclusa la carne.
Per Coldiretti l'appello dell'Oms e della Fao è "una ragione in più per riportare il pollo nelle tavole delle case, nei ristoranti e soprattutto nelle mense pubbliche di scuole, caserme e ospedali da dove era stato inopportunamente tolto a causa di una reazione emotiva ingiustificata e alimentata anche dal rincorrersi di dichiarazioni contraddittorie".
"Si tratta - continua la confederazione - di una rassicurazione importante per fare definitivamente chiarezza su una psicosi di massa che ha coinvolto otto famiglie italiane su dieci che avevano il pollo nei menu, anche per il primato della convenienza economica nell'assicurare un apporto proteico adeguato all'organismo.
L'Italia - proseguono gli agricoltori - è più che autosufficiente nella produzione con un comparto avicolo nel quale operano 6000 allevamenti, 173 macelli, 517 imprese di prima e seconda lavorazione che danno complessivamente lavoro a 180mila addetti per una produzione complessiva di 1,13 milioni di tonnellate di carne ampiamente superiore ai consumi interni e un fatturato complessivo di 3,5 miliardi di euro, circa il 6,5 per cento del valore dell'intera agricoltura italiana".
1 Comments:
At 4:34 AM, Anonimo said…
Polli messi al forno, prima di "impazzire"
Che cos'è oggi il pollo da carne? Stiamo parlando di broiler.
Tutti i polli che compriamo e mangiamo, in tutto il mondo, sono oramai solo di un paio di razze ibride (denominate COBB 500, i cui brevetti sono in mano alla The Cobb Breeding Company LTD), nate nei segreti laboratori di genetica applicata, selezionate esclusivamente per l'ingrassaggio. Il risultato di queste selezioni è una vera macchina biologica ad elevatissimo "indice di conversione": un broiler mangia un chilo e mezzo di mangime e ne "produce" uno di carne. Lo fanno vivere solo 35 giorni (non ha neanche il tempo per diventare pazzo).
Questi polli denominati "galletti" quando arrivano a "maturazione" pesano vivi in media sui 2,3 chili e preparati a busto circa 1,2. Per avere queste rese così elevate e cicli biologici così accelerati servono allevamenti e mangimi adatti. Come vengono allevati Si chiama allevamento integrato. Assoggettato, cioè, alla filiera industriale della produzione di carne, le cui principali fasi sono: produzione della gallina ovaiola, incubatoi delle uova, produzione dei pulcini, magnifici, macelli, industria di lavorazione, logistica, commercializzazione nella rete della grande distribuzione organizzata.
Nel nostro paese due aziende controllano oltre il 70% del mercato. Una è l'AIA del gruppo Veronesi e l'altra è del gruppo Amadori. L'allevamento viene svolto in grandi capannoni dove possono stare decine di migliaia di volatili: con una densità di 10-15 per metroquadro, sino a 30 chili di "carne" a mq. (I regolamenti Ue per gli allevamenti biologici stabiliscono in tre polli per metro quadrato la densità massima ammissibile). Beccano tutto ciò che ha colore paglierino, giorno e notte, grazie all'illuminazione artificiale. Le temperature sono sempre elevate (anche a causa della luce e delle deiezioni, che vengono raccolte con una ruspa per la produzione della pollina, sottoprodotto usato come concime agricolo o combustibile; e fino a 10 anni fa come mangime per bovini da ingrasso). Le condizioni igieniche sono terribili. Gli animali vivono dal primo all'ultimo giorno della loro brevissima vita calpestando e dormendo sulle loro deiezioni. Le infezioni batteriologiche sono contrastate dal primo all'ultimo giorno di vita con gli antibiotici contenuti nei mangimi; ma per i virus - come si sa - non ci sono farmaci.
Da qui l'uso di vaccini che, come è noto, creano una quantità di anticorpi che contrastano l'estrinsecazione delle manifestazioni patologiche del virus, ma impediscono la eradicazione dello stesso, consentendo che animali solo apparentemente sani siano commercializzati: con il rischio che il virus si trasferisca dall'animale all'uomo. A questo si aggiunge il rumore spaventoso provocato dal pigolare di 50.000 -100.000 animali spaventati, tenuti in quelle condizioni. L'organismo del broiler, che è pur sempr e un animale diurno, viene messo a dura prova, l'apparato digerente stressato, la sua capacità di resistenza agli agenti patogeni fortemente indebolita. Nel territorio dove sono inseriti, senza un minimo di criterio di biosicurezza, questi allevamenti sono delle vere e proprie bombe batteriologiche, pericolose e costose per tutta la collettività. Pericolose. in quanto incubatoi di possibili virus trasmissibili agli uomini, come salmonelle e influenze; costose, come il caso dell'ultima peste aviaria costata alla sola regione veneta 110 miliardi, e altri 500 allo Stato.
Cosa mangiano I polli dovrebbero mangiare mais, soia e fibre. Trasformano proteine vegetali in proteine nobili. I broiler, che rapresentano il 99% dei 520 milioni di polli e dei 22 milioni di tacchini che mangiamo ogni anno, mangiano esclusivamente mangimi industriali, prodotti in larghissima misura da due o tre aziende. Le formule di questi mangimi sono top secret; possono in questo modo metterci dentro di tutto e di più. Il mais e la soia, che sono i componenti principali (fino al 60/70%), sono in grandissima parte di importazione e di produzione transgenetica, perché costano meno. Contrariamente alle normative per i bovini, i mangimi per pollame e tacchini possono contenere farine di carne e di pesce, pannelli di olio esausto, grassi di origine animale. La vicenda di due anni fa dei polli belgi alla diossina è dovuta a un "eccesso" di PCB, ma se sta nei limiti tollerati si può dare da mangiare ai polli anche oli esausti di motori. Ma i risultati migliori si ottengono con le proteine animali derivati dalle interiora, dalle teste, dalle zampe, dalle piume derivate dai loro fratelli morti in precedenza; oltre alle proteine animali acquistate dove costano meno (farine di sangue e di pesce). Ai polli ed ai tacchini ne vengono somministrante una quantità fino al 30% nel tacchino, un po' meno per il polli. Cosa si ottiene Si ottengono dei pulcinotti venduti come galletti o tacchini, con una carne senza gusto ne qualità organolettiche, e di dubbia salubrità.
I polli cosi allevati se li cucini due minuti di più letteralmente si sbriciolano, se li lasci raffreddare rilasciano il classico odore di pesce con cui sono stati allevati. Oggi la carne di pollo non viene offerta da nessun ristorante degno di questo nome, viene data solo nelle mense delle fabbriche, delle scuole o per le mense delle famiglie sotto i due milioni al mese. Per i tacchini è ancora peggio: la carne è letteralmente immangiabile. Amadori la tritura, aggiunge un po' di manzo e propone in questi giorni con la pubblicità i rotoloni di carne "per una buona domenica da passare in famiglia".
Questi rotoli sono fatti con la carne di tacchini con aggiunta di carne di manzo e - come si dice in gergo - con la giusta quantità di aromatizzanti. Nessuno, ad esclusione dei pochi NAS, protegge i consumatori. Nessuno controlla, e i nostri 7000 veterinari pubblici, come da precise istruzioni, guardano, registrano, e alla fine non possono fare altro.. Consulente aziendale settore zootecnico e agroalimentare
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